Palazzo Chiaramonte Steri a Palermo
Il Palazzo Chiaramonte Steri, edificato nel 1307, è il più grande esempio di arte chiara montana: un’arte esclusivamente siciliana che nasce dall’incontro di forme islamiche, normanne e gotiche e dall’influenza che la prestigiosa famiglia dei Chiaramonte esercitò sulla cultura architettonica.
Nel corso della storia, il palazzo-fortezza dei Chiaramonte è stato sede della Regia Curia e della Corte dell’Inquisizione ed è stato testimone di molti eventi storici: il piano della marina, dove egli sorgeva, è stato teatro di rappresentazioni solenni come cavalcate, tornei, giostre, ma anche di esecuzioni capitali dei condannati a morte.
Il palazzo porta ancora i segni della sua storia: nel secondo ordine è possibile osservare dei solchi nella pietra. Questi solchi sono stati lasciati dalle pesanti gabbie di ferro che pendevano dai merli del palazzo dove rimanevano esposte le teste dei nobili condannati a morte a causa della congiura filo-francese del 1523.
Il palazzo rappresenta uno dei primi esempi di palazzo signorile in Italia grazie alla presenza di un cortile interno con portico sottostante e loggiato superiore. Nel prospetto principale sono presenti ampie finestre bifore e trifore con decorazione ad intarsio tipiche della tradizione architettonica trecentesca.
Sul lato orientale del palazzo sorge la cappella trecentesca di Sant’Antonio Abate voluta da Manfredi Chiaramonte ed utilizzata come cappella privata. Di pregio sono il soffitto a volte costolonate e il portale quattrocentesco. Il cortile interno con portico a duplice loggiato presenta con una serie di archi a sesto acuto poggianti su colonne con capitelli di diverso aspetto e di diversa provenienza.
Il Palazzo oggi ospita il rettorato universitario. Al piano terra la sala magna, oggi sala espositiva, presenta una spina di grandi arcate in pietra che attraversa tutto l’ambiente, al primo piano la sala magna presenta invece un soffitto ligneo a cassettoni di rara bellezza: vi sono raffigurate scene dell’antico testamento, leggende cavalleresche, episodi popolari, scene d’amore, stemmi nobiliari ed episodi celebrativi della famiglia Chiaramonte. Le finestre bifore della sala sono accompagnate da sottili colonnine bianche e adorne di cornici in tufo intagliato e intarsi a zig zag in pietra lavica, motivo tipico dell’arte chiaramontana.
Al primo piano sono presenti altri ambienti di rappresentanza di notevole pregio: la sala del rettore, la sala dei vicerè con pregevole soffitto ligneo, la sala delle “Capriate“ con le sue caratteristiche apriate che sorreggono il tetto.
All’interno del palazzo sono anche presenti le carceri dei penitenziati, le sale di tortura e i vani di collegamento delle celle con la “stanza del secreto“, dove gli inquisitori si riunivano per emettere le sentenze. Queste opere furono realizzate agli inizi del seicento quando il palazzo fu adibito a tribunale dell’Inquisizione. Nelle celle sono state scoperte, dallo studioso Giuseppe Pitrè, al di sotto degli intonaci graffiti con disegni e frasi di dolore dei carcerati che vi erano rinchiusi.
