Palazzo Reale di Palermo
Il Palazzo dei Normanni, noto anche come Palazzo Reale di Palermo, custodisce al suo interno la Cappella Palatina, arricchita da meravigliosi mosaici e considerata uno dei gioielli medievali meglio conservati al mondo.
Aspetto attuale del palazzo è molto diverso da quello originale: rifacimenti, demolizioni e ricostruzioni ne hanno modificato profondamente la struttura e cancellato irrimediabilmente l’antico aspetto.
Si ritiene che la prima costruzione del palazzo risalga al tempo dei fenici che costruirono un edificio fortificato come base per i loro traffici commerciali. Non si hanno notizie certe connesse al palazzo fino al 837, quando gli arabi conquistarono la Sicilia e fecero di questo palazzo loro roccaforte. Circa cento anni dopo il castello fu abbandonato, gli emiri si spostarono verso il mare e costruirono un’altra residenza, il Castello a Mare. Quando nel 1130 Ruggero II fu incoronato primo re di Sicilia, Il palazzo-fortezza fu scelto da lui come dimora. Furono così realizzate una serie di costruzioni e ingrandimenti in stile arabo-bizantino.
Purtroppo la planimetria originaria del complesso edilizio è irrimediabilmente perduta. Basandosi sulle testimonianze di cronisti dell’epoca si è provato a ricostruirne la pianta ma tanti interrogativi non hanno mai trovato risposta: è certo solo che esistevano almeno quattro torri tutte collegate da camminamenti ed altre fabbriche più basse. Di queste è arrivata fino a noi solo la torre Pisana che ancora oggi svetta sul piano di piazza della Vittoria. La struttura della Torre Pisana è un blocco squadrato, diviso in piani e in ciascun piano vi è un padiglione centrale disimpegnato da corridoi di servizio. Il taglio geometrico, la tecnica costruttiva con piccoli conci a vista privi di colorazione, i leggeri chiaroscuri ottenuti con cornici e paramenti murari, con un gioco di nicchie e modanature che formano archi ciechi intorno alle finestre monofore richiamano forme arabeggianti.
All’interno del palazzo, al piano terra, troviamo la Sala del Tesoro che doveva ospitare la zecca e ai cui angoli erano poste quattro grandi anfore per la riserva aurea.
Al piano superiore, si trova un’altissima sala, oggi ufficio del Presidente dell’Assemblea regionale, un tempo ornata da splendidi mosaici di cui oggi rimangono solo tracce. Attigua alla sala presidenziale si trova la famosa Sala di Ruggero, ornata di marmi neoclassici e decorata da magnifici mosaici con scene di caccia ed animali esotici. Accanto alla Sala di Ruggero troviamo la Sala dei Venti con colonne ai quattro angoli che sopportano archi a sesto acuto e delimitano un deambulatorio attorno allo spazio centrale, che un tempo si ritiene fosse scoperto. Al di sotto, troviamo la Sala degli Armigeri con grandi archi che disegnano volte a vela, tutti sorretti da grandi pilastri quadrati. Completano la struttura, le massicce prigioni dell’ala sud-orientale ed un settore del prospetto posteriore caratterizzato dallo stesso linguaggio geometrico della torre Pisana.
Al centro dell’ampio cortile che si apriva tra le costruzioni, il re fece erigere la sua cappella privata, la cappella Reale o Palatina, dedicata a san Pietro. Fu costruita, su una chiesetta preesistente, in stile bizantino e fu arricchita da meravigliosi mosaici. In quell’epoca il suo aspetto esteriore doveva essere totalmente diverso da quello attuale, della sua facciata originaria non è rimasto quasi nulla perché inglobata da altre strutture più recenti.
Dopo i Normanni, il palazzo fu nuovamente abbandonato. Tornò nuovamente al suo splendere nel XVI secolo quando i viceré spagnoli lo scelsero come loro residenza. In quest’epoca il palazzo subì notevoli trasformazioni: furono abbattute le torri di epoca normanna, ad eccezione della torre Pisana, furono aggiunti due grandi cortili interni e ulteriori sale di rappresentanza. Tra quest’ultime degna di nota è la Sala d’Ercole che deve il suo nome agli affreschi realizzati dal Velasquez che rappresentano le dodici fatiche dell’eroe greco.
Dal 1947 il Palazzo ospita l’Assemblea Regionale Siciliana.