Castello di Vicari
Il Castello di Vicari, elemento architettonico più importante della cittadina, oggi in stato di rudere, sorge sulla rocca di pizzo Sant’Angelo dominando l’intero abitato.
Fu edificato, probabilmente, nel periodo romano, ma l'attuale aspetto si deve alla ristrutturazione attuata da Manfredi di Chiaramonte nel 1390.
Nel corso della sua storia l'edificio venne usato in prevalenza come fortezza: nel 1077 fu utilizzata come base per sferrare gli attacchi al castello di Castronovo dal conte Ruggero; nel 1278 il castello di Vicari venne annoverato tra le fortezze regie di Sicilia; nel 1282, epoca della battaglia dei Vespri, nel castello trovò rifugio il ministro di Carlo D’Angiò e Giovanni di S. Remigio.
Tra i proprietari del castello spiccano i nomi delle famiglie Chiaramonte, Valguarnera, Talamanca, La Grua, Ventimiglia, Alliata... Gli ultimi proprietari furono i Bonanno, principi di Roccafiorita, che ne mantennero la proprietà fino alla fine del feudalesimo.
Il Castello era circondato da una cinta muraria con varie torri. Nella parte più alta della rupe, dominata dalla torre mastra, si trovava la zona di rappresentanza. Di quest'area restano ancora oggi visibili i resti delle mura merlate, la torre del mulino e della porta fausa, e i resti delle cisterne.
Si suppone che originariamente, probabilmente durante il periodo paleocristiano o al più in epoca bizantina, il castello avesse avuto all’ingresso un vestibolo che fu in seguito trasformato nella chiesa di S.Maria del Boikos. Questo doveva essere cinto ad occidente da mura merlate, ancora oggi visibili.