Chiesa del Carmine a Modica
La Chiesa di Santa Maria del Carmelo di Modica, meglio conosciuta come Chiesa del Carmine, è una delle poche chiese della città che mostra ancora tracce architettoniche antecedenti il terremoto del 1693, in quanto uscita incolume alla violenza del sisma.
La chiesa risale alla fine del XIV secolo.
Il prospetto è impreziosito da un bellissimo portale a sesto acuto risalente alla fine del Trecento leggermente strombato e definito da fasci di colonne laterali decorato con capitelli con motivi floreali, dichiarato Monumento Nazionale all'inizio del XX secolo, e sovrastato da un rosone francescano con dodici raggi, uno dei rosoni più integri e preziosi dell’intera isola. Sulla sinistra saldato alla facciata si apre l’originario campanile a tre ordini interrotti da fasce trasversali con le rituali feritoie. Le parti superiori della facciata e del campanile sono sovrastrutture barocche settecentesche post-terremoto.
All'interno, di particolare pregio è una cappella tardo-gotica, a lato dell'altare, databile alla fine del XIV secolo, ritrovata da parte un privato, proprietario di un locale attiguo alla chiesa in passato venduto e adattato a civile abitazione. La cappella presenta tracce di affreschi murali, il pavimento ricopre una cripta funeraria, visibile da una botola e colma di ossa, probabili reliquie dei monaci carmelitani, mentre una parete di tamponamento del Settecento ha tenuto nascosto per tre secoli l'arco d'ingresso alla cappella, trapuntato come un merletto.
Tra le opere custodite all'interno della chiesa, di particolare pregio sono: una statua in cartapesta del secolo XIV della "Madonna del latte", originale come tema e da considerare una rarità anche per la datazione; un gruppo statuario in marmo bianco dell'Annunciazione, che rappresenta l’Angelo in ginocchio davanti a Maria separati da un leggìo coperto da un drappo con sopra un libro aperto. Sul piedistallo della Vergine sono scolpite tre teste di uomini di mezza età con barbe e lunghi capelli la cui identità non è nota. L'opera è attribuita ad Antonello Gagini risalente al 1532; una un dipinto su tavola raffigurante il Santo con un libro e un giglio in una mano mentre nell’altra tiene un crocifisso risalente ai primi del Cinquecento, opera di Cesare da Sesto, allievo di Leonardo da Vinci; un piccolo organo monumentale in legno, il più antico fra quelli ancora funzionanti a Modica, datato 1774.