Palazzo Cocuzza a Monterosso Almo
Palazzo Cocuzza è il importante edificio civile di Monterosso Almo. Fu edificato alla fine dell’Ottocento per volere dalla potente famiglia Cocuzza che volle lasciare un segno tangibile della sua influenza. Fu ultimato nel 1907 come riporta la data incisa sopra il portone principale. Fu edificato in piazza San Giovanni, nuovo fulcro dell'élite emergente, e per far ciò la famiglia Cocuzza comprò quasi un intero quartiere facendo radere al suolo diverse abitazioni.
Palazzo Cocuzza è suddiviso in tre piani per un totale di oltre 40 stanze, tutte finemente arredate con mobili d’epoca e con le originarie pavimentazioni, recentemente restaurate e riportate ai lustri di un tempo. I pavimenti di ogni stanza sono diversi da quelli presenti in ogni altra stanza del palazzo. L’intero edificio rispecchia i canoni dello stile Liberty, o Art Nouveau, particolarmente diffusosi in Sicilia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
La splendida facciata è arricchita da un grande portone d’ingresso sormontato da un arco con al centro lo stemma della famiglia. Il portone immette ad un grande atrio che permette l'accesso al primo piano le cui stanze ospitano il locale museo civico di Monterosso Almo con reperti archeologici provenienti dal sito di Monte Casasia. Una scenografica scala a rampa ellittica conduce al piano nobile. Le volte della sala da pranzo e del salone delle feste sono variamente affrescate, e gli ambienti sono decorati da tondi con scene di caccia e medaglioni con figure femminili.
La Famiglia Cocuzza è stata tra le più ricche e influenti famiglie nel territorio di Monterosso Almo, con alcune personalità di spicco che hanno ricoperto diversi ruoli istituzionali, come Federico Cocuzza che ricoprì per diversi anni il ruolo di deputato e senatore d’Italia. Il senatore Federico Cocuzza, all’inizio del secolo scorso, mise insieme tutte le sue forze e la sua influenza per dare vita ad un nuovo tratto di ferrovia che partiva da Siracusa, si biforcava al bivio di Giarratana per raggiungere Ragusa o Caltagirone, passando vicino Monterosso. Oggi, di quella ferrovia oggi rimangono alcune gallerie, piccole stazioni abbandonate e un progetto per trasformarla in un affascinante percorso di trekking.
