Cava Celone a Ragusa
Cava Celone è un sito archeologico costituito da un ipogeo archeologicamente molto interessante immerso nel paesaggi tipico delle cave iblee.
La Cava Celone è sita a Nord-Ovest di Ragusa, è lunga circa due chilometri ed è attraversata per intero da un sentiero, in parte scavato nella roccia, che risulta un’antichissima via di comunicazione fra la città e questa parte dell’altopiano.
Dallo slargo di fronte a Casa Celone, un breve viottolo porta alla “scalazza”, via d’accesso alla Cava. Nell'area archeologica sono custodite tombe a forno e a camera, catacombe del periodo paleocristiano e l’importante chiesetta rupestre di Santu Liu, di epoca probabilmente bizantina, scavata nella roccia e dedicata a Sant’Elia.
La catacomba più grande di Cava Celone è un ipogeo sepolcrale rupestre a sviluppo irregolare nel quale si individuano tre gallerie principali disposte parallelamente e rivolte verso l'ingresso. Le tre gallerie si dipartono da una sala più ampia prossima all'ingresso che al centro ospitava un baldacchino oggi scomparso. Si ritiene che inizialmente fosse previsto un singolo ambiente ad uso privato, al quale successivamente furono aggiunte le gallerie che denoterebbero una conversione pubblica della catacomba a seguito di un incremento della popolazione. A seguito degli scavi condotti sono stati rinvenuti significativi reperti che facevano parte dei vari corredi, in particolare monete e ceramiche che daterebbero l'uso tra il IV e il V secolo d.C., periodo precedente all'arrivo dei bizantini. Di particolare pregio è una lucerna fittile rinvenuta nell'area. Questa presenta un bassorilievo che raffigura una donna nuda riferibile forse alla dea Venere ed indica come il culto pagano era ancora diffuso nell'entroterra.
E' presente una comoda passerella per poter visitare l'ipogeo.
All'interno della cava di particolare interesse sono sono i terrazzamenti realizzati con muri a secco, per sostenere il terreno vegetale da coltivare e le relative canalizzazioni che sfruttavano, sapientemente, le pendenze naturali per irrigare i terrazzamenti stessi e i “bottini” di captazione convogliano le acque sorgive all’acquedotto.
