Palazzo Arezzo di Donnafugata a Ragusa
Il Palazzo Arezzo Donnafugata di Ragusa colpisce per la sua maestosità e grande estensione.
Fu edificato sul finire del settecento, per volere della famiglia Arezzo De Spuches baroni di Donnafugatada, su preesistenze rase al suolo dal terremoto del 1693, anche se l’assetto definitivo è della prima metà dello scorso secolo.
Si tratta di una massiccia costruzione che racchiude un’ampio giardino all’italiana. Alla semplicità del pianterreno si contrappone la ricchezza del piano nobile. Sulla facciata che culmina con un bel cornicione nove balconi con timpano triangolare. Interessante è l’ultimo balcone a sinistra sul quale è stata realizzata una loggetta in legno ben modellata, una ”gelosia” da dove si poteva guardare senza essere visti.
All'interno, un magnifico androne con doppio colonnato precede un cortile e l’ampio giardino all’italiana con tre vasche e una grotta dove è inserito un presepe intagliato nel calcare. Dal cortile interno si ha accesso al piccolo teatro, un tempo luogo di intrattenimento privato per il barone ed i suoi ospiti. Dal cortile era inoltre possibile accedere ai locali di servizio. L’ imponente scalinata marmorea conduce al piano nobile dove sono presenti saloni con il pavimento di calcare e pece consunto coperti da tappeti a disegni floreali, e le pareti rivestite da carta in seta damascata. L’altra ala dell’edificio è destinato alla zona notte e, più distaccata, la zona riservata alla servitù e l’appartamento del custode.
Di notevole pregio è la pinacoteca creata circa alla metà dell’ottocento da Corrado Arezzo Spuches, deputato al parlamento siciliano nel 1848 e poi senatore del Regno. Tra i quadri custoditi: la famosa “Madonna con Bambino” attribuita ad Antonello da Messina, il “Prometeo incatenato” di scuola caravaggesca, "San Paolo eremita” di Josè de Ribera detto lo Spagnoletto; la “Madonna in trono” del fiammingo Hans Memling; “Estasi di San Francesco” attribuita a Bartolomeo Esteban Murillo; un autoritratto di Salvator Rosa ed una tela del Guerci. Sono inoltre custoditi porcellane di Sevres, maioliche giapponesi, una collezione di ceramiche di Caltagirone e altri oggetti di notevole valore artistico.