Palazzo Bertini a Ragusa
Palazzo Bertini rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura civile barocca nel Val di Noto.
Fu edificato alla fine del '700 per volere di don Salvatore Floridia lungo la via "Maestra", punto di congiunzione tra il centro superiore e Ragusa Ibla. Fu poi acquistato, intorno alla metà dell'Ottocento, dalla famiglia Bertini, da cui prende il nome.
L'elemento caratterizzante dell'edificio sono i tre mascheroni, che fungono da chiave di volta di tre archi che originariamente fungevano da ingresso. Secondo la tradizione locale, poichè il palazzo era posto a confine tra il centro superiore di Ragusa e Ragusa Ibla, esso sembrava svolgere un ruolo di sentinella del nuovo centro urbano con i suoi tre mascheroni che guardavano il passante con uno sguardo beffardo e insolente, quasi di sfida.
I tre mascheroni, realizzati in "pietra pece", raffigurano tre personaggi, quasi tre caricature. A destra il ricco mercante, con un viso rotondo, un grande turbante ed un orecchino, tutti simboli di opulenza; al centro il nobile signore, con lo sguardo altero dell'aristocratico, una folta capigliatura con boccoli ed un elegante cappello; a sinistra il "pitocco", il poveraccio, con un viso deforme, smagrito, un grande naso e la bocca sdentata.
Sono state date diverse interpretazione al significato di questi tre mascheroni, ma la più accreditata è quella che li vede come esteriorizzazione delle caratteristiche umane del potere: il potere di chi può fare tutto grazie alla sua ricchezza nella figura del mercante paffuto; il potere politico degli aristocratici nella figura del nobile signore; il potere di chi non ha nulla da perdere perché nulla possiede nella figura del "pitocco".