Chiesa di San Matteo a Scicli
La Chiesa di San Matteo a Scicli, dall'alto del colle San Martino domina il centro urbano e offre una magnifica vista di tutta la città fino al mare. La chiesa costituisce il simbolo indiscusso di Scicli anche se è stata a lungo abbandonata a se stessa tra i ruderi della antica città.
I primi documenti testimoniano l’esistenza della chiesa sin dal 313 d.C. quando si diffuse il libero culto del Cristianesimo. Non è possibile eseguire alcuna ulteriore datazione perché le antiche costruzioni furono modificate e rimaneggiate più volte a causa dei vari terremoti che si sono susseguiti in quest'area, tra cui, il più devastante, quello del 1693.
A seguito del sisma del 1693 la città venne ricostruita a valle, ma i cittadini erano fortemente legati al luogo che custodiva le reliquie del Beato Guglielmo, che, nonostante la contrarietà del vescovo del tempo, decisero di ricostruire l’edificio sul colle. L’ambizioso progetto non fu mai portato a termine. La chiesa fu definitivamente abbandonata nel 1874, il tetto fu smantellato per evitare ripensamenti e la chiesa madre fu trasferita nell’attuale chiesa di Sant’Ignazio.
La chiesa è orientata in modo tale da mostrare a valle l’intera fiancata che si sviluppa come se fosse una seconda facciata conclusa dal campanile Settecentesco che sostituì il precedente crollato a causa del terremoto. La facciata è suddivisa in due ordini, quello inferiore è caratterizzato da tre portali e una serie di lesene e colonne, quello superiore presenta un finestrone centrale decorato ai lati da pennacchi e motivi naturalistici. All’esterno, davanti e lateralmente, si apre un lungo piazzale dove è presente anche un orologio che probabilmente è stato costruito ispirandosi a quello originario che prima del terremoto si trovava sul campanile.
L’interno è a pianta basilicale scandita da tre navate, sotto il pavimento si trovano le catacombe utilizzate per dare sepoltura ai cittadini fino al 1884.