Cretto di Burri
Il Cretto di Burri, noto anche come cretto di Gibellina, è il nome con cui è colloquialmente conosciuto il Grande Cretto, opera di arte ambientale realizzata da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del Belice del 1968.
La potenza del terremoto distrusse completamente la città, ma la voglia di rinascita della città nacque dalla mente del sindaco Ludovico Corrao, che vide nell'arte un riscatto sociale della città; tra i numerosi artisti che vennero in città a titolo gratuito spiccò il nome di Burri.
Burri progettò un gigantesco monumento che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città: esso infatti sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le macerie, ora cementificate dall'opera di Burri; i blocchi sono stati realizzati accumulando e ingabbiando le macerie degli stessi edifici. Dall'alto l'opera appare come una serie di fratture di cemento sul terreno, il cui valore artistico risiede nel congelamento della memoria storica di un paese. Ogni fenditura è larga dai due ai tre metri, mentre i blocchi sono alti circa un metro e sessanta e ricoprono una superficie di circa 80 000 metri quadrati, facendone una delle opere d'arte contemporanea più estese al mondo.