Opere d'Arte a Gibellina
La città di Gibellina Nuova è stata costruita ex novo in seguito al sisma che nel 1968 distrusse la maggior parte dei comuni della valle del Belice. Nel 1970 l'amministrazione guidata dal sindaco Ludovico Corrao scelse di accompagnare l'edificazione della nuova Gibellina con un ambizioso progetto di arredo urbano che l'avrebbe trasformata nel più grande museo a cielo aperto d'Italia: artisti e architetti di fama internazionale furono invitati a riformulare l'aspetto della nuova città antisismica attraverso la produzione di oltre cinquanta opere d'arte, sculture e installazioni da collocare in tutto il tessuto urbano.
Le opere accolgono il visitatore sin dall'entrata in città, dove è collocata la Stella d'ingresso al Belice realizzata da Pietro Consagra nel 1981, considerata ormai il simbolo del territorio. Fulcro della città è la Piazza del Municipio, un edificio progettato da Alberto e Giuseppe Samonà e Vittorio Gregotti decorato con i pannelli in ceramica di Carla Accardi, la Torre civica, in cemento e ferro, di Alessandro Mendini , e numerose macchine sceniche progettate per le Orestiadi da autori come Arnaldo Pomodoro e Consagra. Grandi opere architettoniche impreziosiscono la città: il Sistema delle piazze comunicanti tra loro e delimitate da un lungo portico-recinto dell’ architetto Franco Purini e Laura Thermes; il Palazzo Di Lorenzo dell’architetto Francesco Venezia che racchiude nel cortile interno, come in uno scrigno, la facciata di un antico palazzo di Gibellina Vecchia e i due Giardini segreti dello stesso architetto; la chiesa Madre, una sfera incastonata in un cubo progettata da Ludovico Quaroni con Luisa Anversa; il sinuoso Palazzo Meeting di Consagra.