Dolmen di Avola
Il Dolmen di Avola, sito in contrada Borgellusa, caratterizzata da formazioni alluvionali e protetta a mezzogiorno da una breve balza rocciosa, è un monumento preistorico a camera con due o più lastre in pietra fissate al suolo e coperte da un’ulteriore lastra, appoggiata orizzontalmente con funzione tombale o sacrificale.
Fu scoperto nel 1961 da Salvatore Ciancio, che rimossa la massa terrosa che ne lasciava a vista solo l’apertura, tant’è che si pensava fosse un ingrottamento, venne in luce la costruzione trilitica.
Nel Dolmen di Avola un’enorme lastra rocciosa, della lunghezza di 8 metri e della larghezza di 5,50, è posta in orizzontale, supportata da altre due possenti lastroni posti in verticale. La struttura, nel suo complesso, raggiunge un’altezza totale di 3,30 metri. A causa delle numerose fratture riportate dal dolmen nel corso dei secoli, è stato necessario realizzare tre supporti in mattoni. Il manufatto è stato realizzato sfruttando una cavità naturale, che è stata ampliata e geometrizzata fino a farle assumere l’aspetto attuale. Le tracce di tali interventi sono visibili sia nel contorno dei pilastri ricavati dalle pareti laterali dell’ingrottato, sia nella volta.
La struttura in realtà non rientra nella classificazione tipologica del dolmen europeo, il quale deve essere unicamente frutto di costruzione e non di ricavo da emergenze rocciose.
Viene datato intorno al III millennio a.C.. Si ritiene che la struttura fosse sede di riti propiziatori legati ai misteri delle divinità solari nel corso. Tale tesi è supportata da alcuni elementi visibili lungo la tavola orizzontale del dolmen, come un rettangolo inciso con un vertice rivolto verso est e la presenza di alcune canalette.