Tonnara di Avola
La Tonnara di Avola fu una delle più grandi della Sicilia sudorientale.
Le tonnare hanno costituito a lungo un’attività fondamentale per l’economia della Sicilia, a testimoniarlo è il fatto che nella stessa area in cui sorgevano molte altre tonnare, tra cui la tonnara di Santa Panagia, la tonnara di Vendicari, la tonnara di Marzamemi e la tonnara di Portopalo di Capo Passero.
La tonnara di Avola, costruito nel 1633, era nota con il nome di “Tonnara del fiume di Noto”, probabilmente per la vicinanza alla foce del fiume Asinaro. Inizialmente la tonnara apparteneva al demanio marittimo retto da una regia corte, che la dava in affitto a chi ne faceva richiesta. In seguito venne affittata e acquistata da diverse persone.
A seguito del terremoto del 1963 che distrusse Avola Antica, la tonnara venne gravemente danneggiata. La tonnara venne quindi venduta alla famiglia Tornabene, nel 1700R, e tale periodo risalgono alcuni interventi di restauro e miglioramento. Al complesso si aggiunsero anche un palazzo utilizzato come residenza dei signori che la avevano in gestione e una piccola chiesa.
La tonnara è costituita da due parti: il pedale, ossia una parete di reti staccata dalla costa che ha lo scopo di interrompere il corso dei tonni e convogliarli verso la camera di cattura; Isola: un edificio sottomarino sulle quali sono praticate delle aperture chiamate porte. Sulle diverse porte sostano le barche di guardia che spingono i tonni da una camera all’altra fino alla camera di cattura, dove il Rais da il via alla mattanza.
L’edificio della Tonnara di Avola è di origine seicentesca e ha subito rifacimenti nel corso dei secoli. La struttura superstite è composta da alcuni magazzini e capannoni. La presenza di una ciminiera rende chiaro il livello di industrializzazione che essa raggiunse. Il cuore era lo stabilimento, a nord del borgo di Mare Vecchio.
La Tonnara di Avola è oggi visitabile solo esternamente.