Chiesa di Sant’Antonio a Buscemi



La Chiesa di Sant’Antonio a Buscemi, nonostante sia incompleta, è una tra le più belle chiese del Barocco della Val di Noto.
La struttura originale, che risale al XVII secolo, venne distrutta dal terremoto del 1693. La nuova costruzione sorse sullo stesso luogo. La facciata è rimasta incompiuta, manca totalmente il secondo ordine, a causa della morte improvvisa del progettista, architetto e sovrintendente alla costruzione, Vincenzo Mirabella Alagona che morì nel 1624 a causa di un incidente mentre dirigeva i lavori di una seconda struttura religiosa, la chiesa di S. Maria delle Grazie a Modica.
La facciata presenta il solo ordine inferiore. Essa è divisa in due sezioni laterali, concave verso l’interno, e dal corpo centrale, concavo verso l’esterno e presenta delle coppie di colonne nella zona perimetrale e due coppie di tre colonne dal capitello corinzio presenti nella zona centrale della facciata. Tutte le colonne poggiano su un piedistallo di due metri, e fungono da decorazione al portone centrale e alle due porte laterali. Il portone centrale, a forma di arcuata, è sormontato da un timpano semicircolare e, al di sopra di questo vi è una finestra incavata verso l’interno. Le porte laterali, a forma di arco ribassato, sono anch’esse sormontate da delle finestre, anche se più piccole di quella centrale. Il secondo ordine previsto ma non realizzato è sostituito da una struttura che sostiene la cella campanaria.
L’interno della chiesa è suddivisa in 3 navate separate da colonne quadrangolari con capitello corinzio. L’interno della chiesa presenta splendide decorazioni barocche, originariamente ricoperte di oro zecchino, formate da merlature e ghirlande geometriche scolpite a bassorilievo e decorate con stucchi policromi. L’altare della navata centrale riproduce un piccolo tempio greco sorretto da 4 colonne che è dominato dalla statua di Sant’Antonio da Padova.
Tra le opere custodite all'interno della chiesa di notevole pregio artistico è la statua lignea dell’Addolorata attribuita a Filippo Quattrocchi.
Nel pavimento, davanti alla cappella è presente una botola che da accesso a una cripta sotterranea, dove si possono osservare i sedili su cui venivano adagiati i corpi dei nobili per procedere con l’essiccazione e la successiva mummificazione.

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