Chiesa Madre a Carlentini
La Chiesa Madre a Carlentini, dedicata all'Immacolata Concezione, Ecclesia Maior S. Mariae, è il principale edificio di culto del borgo.
Fu edificata nel 1551, contemporaneamente alla stessa fondazione della città, e fu utlimata nel 1609. Fu distrutta dal terribile terremoto della Val di Noto del 1693 e ricostruita qualche anno dopo. I lavori di ricostruzione furono lenti: il prospetto esterno fu ultimato nel 1913, la torre campanaria fu completata nel 1933.
La facciata, in pietra bianca, risulta suddivisa in due ordini da una cornice marcapiano in lieve aggetto. Al primo ordine si aprono tre portali: il portale principale è affiancato da due coppie di colonne con capitelli corinzi che sostengono un timpano spezzato; i portali laterali sono sormontati da nicchie contenenti statue dei Santi. Il secondo ordine è scandito da quattro lesene finemente decorate ed è sormontato da un timpano. Tra le due lesene centrali si apre una finestra con arco a tutto sesto sormontata da un rosone; tra le lesene laterali si stagliano due nichhie, anch'esse finemente decorate.
Nella parte posteriore dell'edificio si eleva la torre campanaria, alta 33 metri, la cui cuspide è rivestita con ceramiche di Caltagirone.
L'interno è suddiviso in tre navate sostenute da colonne. Le colonne delle navate laterali sono in stile barocco, quelle della navata centrale in stile neoclassico. La chiesa è riccamente decoarata con dipinti ed affreschi. Nel grande motivo della navata centrale è raffigurata l'Immacolata, a cui è didacata la Chiesa, con la SS. Trinità e San Michele Arcangelo.
Di particolare pregio sono; la Cappella di Santa Lucia, Patrona della Città, dove si trovano preziose decorazioni, un cancello in ferro battuto del 1831, e lo stemma dell'imperatore Carlo V con il leone rampante emblema della Città di Carlentini originariamente posto sulla facciata della chiesa; l'altare del Santissimo Sacramento costruito nel 1804 decorato con preziosi affreschi.