Palazzo Ducezio a Noto
Il Palazzo Ducezio di Noto, oggi sede del Municipio, si erge di fronte alla Cattedrale della città. Dopo il terremoto, nella ricostruzione della città sono stati posizionati simbolicamente i due simboli del potere, quello religioso e quello politico, l’uno di fronte all’altro.
Il nome del palazzo rende omaggio a Ducezio, fondatore della città.
Fu edificato intorno al 1760, su progetto di Vincenzo Sinatra, che si ispirò ad un modello portato dalla Francia dal barone Giacomo Nicolaci. I lavori terminarono intorno al 1830. Tra il 1949 ed il 1951 fu aggiunto il secondo piano per opera dell’architetto Francesco La Grassa.
La facciata è convessa e presenta venti arcate sorrette da colonne con capitelli ionici nella sezione inferiore, e tredici finestroni rettangolari nella sezione superiore creando un effetto ottico suggestivo.
All’interno, l’ambiente più spettacolare è la Sala degli Specchi. La sala, a pianta ovale, venne inizialmente utilizzata come piccolo teatro, poi come Sala Consiliare, ed in epoca fascista divenne il salone di rappresentanza per accogliere visitatori illustri. È decorato con sontuose specchiere, stucchi e ori in stile Luigi XV. I mobili vennero realizzati dal maestro avolese Sebastiano Dugo. La pittura centrale sulla volta, attribuita ad Antonimo Mazza, è stata realizzata nel 1826, e raffigura una allegoria di Ducezio, re dei siculi, al quale un ufficiale del genio mostra il sito di Neas sul monte Alveria. Sito sul quale in età pre-ellenica, sarà riedificata la città fortificata di Noto Antica, per difendersi dall'attacco dei Greci. Nei riquadri laterali vi sono invece iscrizioni che riguardano i fasti della città di Noto ed espressioni tratte da Diodoro Siculo, Littara e Randazzo. Sul lato sinistro v'è anche un telegramma di Garibaldi ai patrioti di Noto del 1860.
La Sala degli Specchi, utilizzato per ricevere molti capi di Stato, e continua oggi ad ospitare delegazioni illustri e manifestazioni di pregio, come la firma del protocollo d'intesa tra gli Otto Comuni UNESCO per la creazione del distretto culturale.