Artemision di Siracusa


Artemision di Siracusa

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 Piazza Minerva, 11 - Siracusa (SR)

L’Artemision di Siracusa, ovvero il tempio ionico dedicato alla dea Artemide, fu scoperto dall’archeologo Paolo Orsi nel 1910, in un’area fortemente caratterizzata dalla presenza di numerosi antichi edifici sacri.
Il tempio Ionico dedicato alla dea Artemide, datato alla fine del VI sec. a.C., si trova nei sotterranei del Palazzo Vermexio, attuale sede del Municipio.
Il Padiglione di accesso agli scavi del tempio ionico colma il vuoto lasciato dalla demolizione della Chiesa di San Sebastianello. Il Padiglione è stato progettato dall’architetto Vincenzo Latina, ed è concepito come un “monolite” di calcare duro, generato dal “magnetismo” delle vestigia sotterranee del tempio ionico e dall’ adiacenza dell’Athenaion. L’interno del padiglione è caratterizzato dal forte movimento plastico, ed è caratterizzato dalla penombra, la luce che filtra attraverso una grande lanterna diventa una camera di luce sugli scavi. La struttura contemporanea si pone in relazione con il contiguo Giardino di Artemide concepito come offerta alla dea della fertilità, Artemide, protettrice dei boschi e delle ninfe. Il Giardino offre allo spettatore un’ampia varietà di fiori e piante che rievocano suggestioni legate alla mitologia.
Le varie campagne di scavo hanno riportato alla luce elementi architettonici e materiali archeologici di epoche differenti, ma soprattutto le strutture di fondazione di questo grandioso edificio: l’area nacque come vera e propria zona di culto in età greca, periodo in cui venivano offerti alle divinità pagane sacrifici animali e statuette votive, come testimoniano i numerosi frammenti ossei rinvenuti all’interno dell’area di scavo. Successivamente su di essa fu costruito, a partire dal VI secolo a. C., il tempio di Artemide, unico esempio in stile ionico in tutta la Sicilia, rimasto probabilmente incompiuto.
Il tempio era lungo 59 mt e largo 25, con sei colonne sulle due parti frontali e 14 lungo i fianchi. L’ingresso dell’edificio, il pronao, era rivolto ad Oriente. Non è riscontrabile la presenza di un naòs, bensì quella di un sekos aperto, mentre il peristilio era coperto con tegoloni di terracotta, le cui parti terminali erano ornate con eleganti figure policrome.
Le colonne dell’Artemision prendono a modello le peculiarità architettoniche del famoso tempio di Artemide ad Efeso, in Turchia. Allo stesso modo le basi su cui poggiano le colonne mostrano affinità stilistiche con il tempio di Hera a Samo in Grecia. Questo perché Siracusa era il più importante centro commerciale e politico del Mediterraneo ed attirava maestranze dalle varie colonie del regno.
Al tardo Medioevo risale l’ultima testimonianza archeologica: il Putridarium, ovvero la cripta sotterranea della Chiesa di San Sebastianello. Per accompagnare l’anima del defunto dalla vita terrena all’aldilà, i confrati praticavano il rito delle “doppie esequie” ovvero del pietoso accudimento del corpo durante la sua decomposizione e la sua sepoltura.

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