Ginnasio Romano di Siracusa
Il Complesso Monumentale di Siracusa, erroneamente identificato come ginnasio romano, risale probabilmente alla seconda metà del I secolo d.C.. L’identificazione del complesso è ancora oggi incerta, si ritiene anche che possa trattarsi di un santuario dei culti orientali, nello specifico, di un santuario in onore di Serapide, sulla scorta di un passo di Cicerone che ne menziona l’esistenza.
Il complesso fu rinvenuto poco dopo la metà dell’Ottocento ed oggi è in gran parte invaso dalle acque per effetto della risalita del livello marino.
Il ginnasio romano è racchiuso all’interno di un quadriportico, il cui piano è sopraelevato rispetto a quello del cortile e a cui si accede tramite una scala. L’ingresso principale al quadriportico era sul lato est, lungo il quale sono ancora visibili tre basamenti di statue. Durante gli scavi infatti, sono state rinvenute diverse statue appartenenti, soprattutto, a personaggi maschili togali; l’unica statua femminile rinvenuta è riferibile all’età tardo-flavia. Le statue, che con molta probabilità erano disposte all’interno del portico, sono oggi conservate nel Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi.
Un piccolo tempio su podio di tipo italico, che conserva una delle due scalette laterali di accesso, è addossato sul lato occidentale del ginnasio. All’interno del tempio è presente un vano, con copertura a volta, con un pozzo. Nell’area antistante al tempio si scorgono un secondo pozzo e un altare. Nella parte posteriore, invece, si apre una cavea teatrale, con i gradini originariamente rivestiti in marmo.
Lungo il lato settentrionale del portico, corre, parallela ad esso, una strada forse identificabile con un tratto della Via Elorina, che da Siracusa conduceva alla subcolonia di Eloro.
