Cava del Rivettazzo a Solarino
Azotoliquido - CC3.0
Cava del Rivettazzo a Solarino è una necropoli preistorica ed è l'unico sito della Sicilia che testimonia tutte le fasi della civiltà sicula.
Il sito archeologico, scoperto all'inizio del XX secolo dall'archeologo Paolo Orsi, è formato da circa un centinaio di sepolcri databili all'età del bronzo.
Dai reperti rinvenuti in loco, dalla diversità di forma dei loculi, appartenenti a diversi periodi e dalla presenza di materiali di età più recente nel sepolcro più antico, è stato possibile affermare che il sito fu frequentato da un piccolo gruppo di persone già molti secoli già prima del II millennio a.C., quindi a partire dall'Antica Età del Bronzo, e che, durante la Media e Recente Età del Bronzo la popolazione si organizzò in villaggi di capanne, che ad oggi non sono stati ancora identificati.
La presenza umana in questi luoghi sin da epoche così remote è giustificata dalla vicinanza al fiume Anapo che scorreva all'interno della cava e che fungeva da abbondante riserva d'acqua e da via di comunicazione con gli altri insediamenti umani presenti lungo la costa orientale sicula, l'odierna Ortigia, e nella parte più alta dell'alveo dello stesso fiume, dove sorge Pantalica.
Poco distante dalla Cava del Rivettazzo si trova la più estesa necropoli di Calancon del vento, nota anche come Cava del Parroco, coeva a Rivettazzo e devastata dai Bizantini, il cui villaggio di riferimento avrebbe dovuto trovarsi in località Cugno Cardone. Il sito ad oggi non è stato oggetto di scavi.
