Tonnara di Vendicari
La Tonnara di Vendicari, detta anche Bafutu, ossia anticamente del Capo Bojuto, fu una tonnara di ritorno, cioè una tonnara che pescava i tonni e gli sgombri che dopo la stagione degli amori ritornavano in mare aperto.
Le tonnare hanno costituito a lungo un’attività fondamentale per l’economia della Sicilia, a testimoniarlo è il fatto che nella stessa area in cui sorgevano molte altre tonnare, tra cui la tonnara di Santa Panagia, la tonnara di Avola, la tonnara di Marzamemi e la tonnara di Portopalo di Capo Passero.
Nei periodi di massimo splendore arrivo a contare fino a 44 tonnaroti e 2 rais più una cinquantina di terrazzini che si occupavano della riparazione e trasformazione del pescato. L’edificio venne costruito nel 1633, in un’ottima posizione, al centro della costa meridionale di Siracusa, area in cui sorgevano molte altre tonnare, tra cui la tonnara di Santa Panagia, la tonnara di Vendicari, la tonnara di Marzamemi e la tonnara di Portopalo di Capo Passero.
Notizie certe della tonnara di Vendicari o Bajuto si hanno solo a partire dal 1600 quando l’attività delle tonnare della Sicilia orientale erano monopolizzate dalla famiglia Nicolaci. La pesca del tonno di Vendicari si interrompe con lo sbarco degli alleati durante la seconda guerra mondiale, anche se l’attività si era molto ridimensionata negli anni precedenti.
La tonnara è costituita da due parti: il pedale, ossia una parete di reti staccata dalla costa e che si estende fino alla profondità di 70 metri e ad una lunghezza che può raggiungere anche i 3 km, che ha lo scopo di interrompere il corso dei tonni e convogliarli verso la camera di cattura; l'isola, un edificio sottomarino di reti di dimensioni che vanno da 200 a 400 metri di lunghezza e 50 metri di larghezza, sulle quali sono praticate delle aperture chiamate porte. Sulle diverse porte sostano le barche di guardia che spingono i tonni da una camera all’altra fino alla camera di cattura, dove il Rais da il via alla mattanza.
L’edificio a terra della tonnara comprendeva, oltre ad un cortile separato dalla Torre Sveva mediante un muro perimetrale, la zona per la lavorazione del tonno, il magazzino e le abitazioni dei tonnaroti.
Nell’isoletta di Vendicari, proprio di fronte la tonnara, c’era l’abitazione dei Rais, case in legno dove viveva con la sua famiglia e le abitazioni dei proprietari, i quali avevano una casa in muratura per alloggiarvi durante i periodi stagionali di attività della tonnara.