Villa Romana del Tellaro
La Villa del Tellàro è una ricca residenza extraurbana della tarda età imperiale romana, sita nei pressi della Riserva naturale orientata di Vendicari.
I resti, rinvenuti a partire dal 1971, si trovano in un fertile comprensorio agricolo, sono localizzati leggermente in superficie, ma sotto una masseria del Diciottesimo secolo, dove si trovano le decorazioni musive. La posizione geografica della villa è tale da trovarsi nelle immediate vicinanze di una zona fluviale, come nel caso della villa di Borgellusa ad Avola, questo permetteva di immettere i beni prodotti nelle rotte commerciali sia marittime che fluviali.
Il lungo e difficile lavoro d'esplorazione, durato 20 anni, ha permesso di portare alla luce la parte centrale del complesso antico. Questo si articola intorno ad un vasto peristilio di circa 20 metri di lato circondato da un portico su cui danno diversi ambienti individuati sui lati nord e sud. Il tratto del portico sul lato settentrionale presenta una pavimentazione a mosaico con festoni d'alloro che formano cerchi e ottagoni con i lati inflessi includenti motivi geometrici e floreali e su di esso si affacciano altri due ambienti che conservano i mosaici figurati.
Nel primo di questi due ambienti il mosaico, purtroppo molto danneggiato, conserva un pannello con la scena del riscatto del corpo di Ettore. Nella scena sono rappresentati Ulisse, Achille e Diomede, identificati grazie a dalle iscrizioni in greco, impegnati nella pesatura del cadavere dell'eroe. La figura di Priamo è perduta. Il corpo di Ettore, frammentario, si trovava su un piatto della bilancia, mentre l'oro del riscatto nell'altro piatto. Quest'episodio, non ricordato nell’Iliade di Omero, deriva probabilmente da una tragedia di Eschilo.
Nel secondo ambiente, il pavimento musivo presenta una scena di caccia. Queste scene sono liberamente ispirate e non seguono alcun profilo schematico. Al di sotto è rappresentata una scena con un banchetto all'aria aperta tra gli alberi ed una figura femminile interpretata come personificazione dell'Africa. Le scene del secondo ambiente richiamano i mosaici di caccia della Villa del Casale a Piazza Armerina, ma con figure più stilizzate e bidimensionali, dalle proporzioni incerte.
Sulla base dell'evidenza numismatica, i mosaici vennero realizzati dopo la metà del IV secolo d.C..