Cuba Bizantina a Castiglione di Sicilia
La Cuba di Santa Domenica, nota come Cuba Bizantina o Cubula, è una cappella rurale situata nelle campagne di Castiglione di Sicilia, a poca distanza dal fiume Alcantara.
Riguardo la sua datazione si è sempre ritenuto che la chiesa sia stata edificata nel periodo Bizantino (da qui il nome di Cuba Bizantina) ed associata al monachesimo basiliano, tra il VII secolo ed il IX secolo, ma a seguito di un'accurata osservazione della tecnica edilizia e della composizione spaziale, studi recenti hanno collocato la nascita dell'edificio nel periodo storico compreso tra la dominazione islamica e quella normanna, tra il X e l'XI secolo.
Indipendentemente dalla sua origine, per la sua unicità, per antichità e bellezza, l'edificio è stato dichiarato monumento nazionale dal 31 agosto del 1909 grazie allo studio del rudere effettuato da Sebastiano Agati.
La vicinanza strutturale e concettuale tra la Cuba di Santa Domenica e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo d'Agrò fa oggi ritenere che l'edificio sia una riduzione nel quadrato dell'impianto basilicale, ipotesi avvalorata dalla presenza di tre navate, un transetto e cappellone absidale, strutture tipiche del rito latino. Nonostante quindi non si ritenga più che si tratti di una chiesa di origine bizantina essa rappresenta un unicum, non associabile ad alcuna tipologia architettonica ben definita, di notevole pregio storico ed artistico.
L'edificio è realizzato con materiale vario: roccia calcarea, blocchi lavici, malta e materiali in cotto.
La facciata, a due ordini, è tripartita in un corpo centrale maggiore e i due lati più bassi e chiusi a spiovente.
Al primo ordine sono presenti due possenti contrafforti, che si ritiene sia ciò che resta di un portico andato distrutto, tra cui si apre il portale centrale. Esso presenta una tipologia edilizia arcaica, detta a "testa di chiodo", la cui lunetta è stata murata. Un secondo ingresso, di dimensioni ridotte ma della medesima fattura, permette di accedere alla navata settentrionale.
Al secondo ordine si apriva una trifora romanica di dimensioni considerevoli, i cui archi si ritiene fossero retti da due esili fusti di colonnine andate oggi perdute. Si ritiene che la colonnina del lato sinistro si sia spezzata in epoca antica come testimonia un muretto troncoconico che doveva fungere da basamento per la colonna ridottasi in altezza. Le navate laterali ricevevano luce da due monofore piuttosto semplici e rozzamente realizzate.
L'edificio è basato su forme essenzialmente cubiche in cui sono racchiusi gli elementi tipici delle strutture longitudinali. Presenta una pianta quadrata a croce latina, cupola e una abside, la cui luce proviene da ha una bifora rivolta verso est in modo tale che, come da tradizione, durante la veglia pasquale potesse entrare la luce della luna.
L'interno era ricco di affreschi di gusto bizantino, oggi andati perduti.
