Castello degli Schiavi a Fiumefreddo
Il Castello degli Schiavi di Fiumefreddo è gioiello del barocco rurale siciliano del ‘700.
All’ingresso del castello vi è un maestoso portale con un arco di pietra lavica raffigurante, al centro, un saraceno dal viso arrabbiato sormontato da una conchiglia. L'arco poggia su due false mensole che stanno come a sostenere i due laterali lavici del portale. Tutto il portale alterna rettangoli spianati con altrettanti aventi una piramide. il muro che affianca il portico, conserva ancora i cappi in pietra lavica a cui un tempo venivano legati i cavalli.
La villa presenta un’ampia loggia dalle cui aperture stanno “affacciate” le caratteristiche statue dei due mori, a cui è legata una leggenda. Internamente la villa presenta un piano inferiore collegato con lo scantinato dove si trova una botola. Questa botola conduce ad un passaggio sotterraneo che portava probabilmente alla Torre Rossa di Fiumefreddo. Il piano superiore presenta all'esterno un balcone e in ogni angolo vi sono delle piccole torri di pianta poligonale, coronate da cupolette da cui il padrone osservava che il lavoro fosse svolto senza essere visto dagli operai. Su questo piano troviamo otto stanze, ricolme di pregevoli oggetti: quadri di antichi, la bandiera con lo stemma dei Savoia, libri di pregio, mobili del secolo scorso. Il castello gode di un ampio cortile dove è presente un pozzo e la chiesetta, anticamente dedita al culto di San Giovanni, edificata nel 1544 da Ferdinando Gravina-Crujllas, così come si legge nella lapide posta all’ingresso.
Il Castello degli Schiavi è stato più volte un set cinematografico e per questo è diventato famoso in tutto il mondo. Francis Ford Coppola lo scelse infatti per girare alcune delle scene principali de "ll Padrino". Nel 1968 Pier Paolo Pasolini girò lì alcune parti de “L'orgia”. Nel 1998 Franco Battiato lo scelse per la produzione del video musicale Schock in My Town.