Convento e Cripta dei Cappuccini a Savoca
Il Convento e la Chiesa dei Cappuccini a Savoca è un monumentale complesso religioso che sorge sopra un colle che domina il centro abitato e le valli che lo circondano. Nel sottosuolo della piazzetta antistante la chiesa del convento si trova la Cripta dei Cappuccini di Savoca.
Fu edificato tra il 1603 ed il 1614, ad opera del padre generale Lorenzo da Brindisi e del padre provinciale Girolamo da Polizzi. Il convento costituì un punto di riferimento per la formazione umanistica, scientifica e giuridica dei pochi privilegiati che in quegli anni avevano la possibilità di studiare.
Il convento è costituito da due piani fuori terra: al piano terra si trovano la biblioteca, il refettorio e la cucina; al primo piano sono allocate le venti celle dei frati. Originariamente la biblioteca custodiva un immenso patrimonio letterario, oggi andato perduto. Si possono comunque ammirare alcuni affreschi opera di frate Gaetano La Rosa del 1608. Accanto al convento vi era un grande orto che veniva coltivato e contribuiva al sostentamento dei frati, oggi divenuto Parco comunale.
La chiesa annessa al convento del convento è dedicata a San Francesco d'Assisi.
La semplice facciata a capanna, con frontone in lieve aggetto, presenta un unico portale in pietra sormontato da una finestra rettangolare.
L'interno, ad unica navata, conserva due pregevoli altari in marmo ed in legno.
Tra le opere custodite nella chiesa, di grande pregio artistico e storico sono: la tela ad olio della Madonna di Loreto, commissionata dalla nobile famiglia savocese dei Trimarchi nella prima metà del Cinquecento, ed attribuita ad Antonino Giuffré; la tela della Madonna e il Bambino tra gli angeli con san Francesco e santa Chiara, dipinta da Domenico Guargena nel 1661, che rappresenta la Madonna col bambinello Gesù in braccio che benedice la città di Savoca. Tale tela, posta sull'altare maggiore, riveste particolare perchè mostra la struttura urbana del centro storico di Savoca nel XVII secolo; il dipinto a olio della Visione di fra' Felice da Cantalice di Ludovico Svirech del 1755; le tele dei Santi Anna e Gioacchino in visita a Maria del 1637, un cenacolo del 1634, e la Vergine degli Angeli, opere di frate Umile da Messina; una pregevole statuina seicentesca raffigurante Santa Maria Bambina.
All'interno della chiesa sono presenti cinque sepolture: una a sarcofago in cui è sepolto l'industriale messinese Antonino Russo Gatto (1809-1868), e quattro al livello del pavimento che appartengono alle famiglie notabili savocesi dei Trimarchi, degli Scarcella e dei Prestipino.
La Cripta dei Cappuccini è stata realizzata agli inizi del Settecento nel sottosuolo della piazzetta antistante la chiesa del convento.
In essa sono racchiusi 37 cadaveri mummificati appartenenti a patrizi, avvocati, notai, possidenti, preti, monaci, abati, medici, poeti, magistrati, una nobildonna e tre bambini, per la maggior parte facenti parte della ricca e potente aristocrazia savocese. I corpi sono rivestiti con elegantissimi abiti d'epoca e danno mostra di sé nelle nicchie e nelle bare in cui sono racchiusi.
La mummia più antica, ancora elegantemente vestita secondo la moda del tempo, risale al 1776, ed appartiene al notar Pietro Salvadore (1708-1776), la più recente è del 1876 ed appartiene al Sacerdote don Giuseppe Trischitta (1812-1876).
Il processo di mummificazione durava sessanta giorni e consisteva nell'immergere per due giorni la salma in una soluzione di sale e aceto e, successivamente, veniva effettuato lo scolo dei visceri nella cripta-putridarium della chiesa madre dove, sfruttando il gioco delle correnti d'aria, avveniva la naturale essiccazione del cadavere. Infine, la mummia veniva elegantemente vestita e si procedeva a traslarla solennemente nella cripta.
