Castello di Santa Caterina a Favignana
Il Castello di Santa Caterina a Favignana è arroccato sulla cima del monte omonimo, che sovrasta l’isola tanto da essere visibile sia da Trapani e che da Erice.
Si ritiene che il castello sorga nel luogo dove preesisteva una torre di avvistamento, costruita dai Saraceni durante la loro dominazione, contemporaneamente a quella eretta nel sito in cui fu costruito il castello di San Leonardo, dove oggi è collocato il Palazzo Florio, ed ad un’altra, della quale non resta quasi traccia, denominata la Torretta. Queste torri avrebbero dovuto costituire il sistema difensivo saraceno, e da esse potrebbe avere avuto origine lo stemma del comune di Favignana, cioè tre torri sulle quali poggia un uccello rapace, dove le tre torri rappresentano la difesa dagli attacchi dei nemici, simboleggiati dall’uccello rapace. Ruggero I d’Altavilla trasformò le prime due torri nelle fortezze di Santa Caterina e San Leonardo, non apportando cambiamenti alla terza torre, ma facendo costruire il forte di San Giacomo. Successivamente il castello di San Caterina fu dato in concessione a Palmerio Abate, ma presto sulla scena siciliana si imposero gli Angioini, che con le loro pressioni fiscali indussero ben presto i Siciliani alla rivolta. Nel 1282, sotto la guida di Palmerio Abate il presidio francese fu sterminato. Scacciati gli Angioini, il re Pietro d’Aragona nominò signori di Favignana l Palmerio Abate e i suoi eredi. Durante gli anni del dominio borbonico sulle Due Sicilie (1734-1848), i Borboni attuarono una politica di repressione estrema contro i cospiratori, e molte furono condannate alla detenzione nel forte di Santa Caterina. Il forte venne in parte demolito e devastato nel 1860 dai rivoltosi, che portarono via dal castello perfino le inferriate, e devastarono anche la cappella.
Il castello di Santa Caterina fu eretto in pietra calcarea locale a forma rettangolare con sporgenze simmetriche ai quattro angoli. Il piano terra era infossato nella roccia e fu qui che, a partire dal XVII secolo, languirono i prigionieri politici. Il primo piano era costituito da locali di alloggio ed era sovrastato dalla terrazza di avvistamento. Un piccolo fossato correva lungo la facciata e l’ingresso era possibile attraverso un ponte levatoio. La luce all’interno del castello penetrava attraverso un gran numero di finestre ogivali, feritoie, spiragli e buche. All’interno del castello vi era anche una cappella intitolata a Santa Caterina dove il prete officiava la messa per i detenuti.
Oggi il castello di Santa Caterina presenta in maniera molto evidente i segni del tempo e soprattutto dell’abbandono in cui si trova ormai da parecchi anni: il ponte levatoio del castello di Santa Caterina è sostituito da un corridoio; lo stemma riferibile alla casata aragonese è ancora in sito, ma ormai quasi illeggibile; gli ambienti delle segrete sono stati occlusi e, di conseguenza, anche i messaggi dei detenuti non sono più visibili. Ma la vista che si può ammirare dalla parte superiore del castello è meravigliosa.
Si può arrivare al castello grazie alla strada che percorre gran parte del colle di Santa Caterina, la strada percorribile arriva a circa metà strada, dopo è necessario proseguire a piedi.