Museo Archeologico Siracusa


Museo Archeologico Siracusa

Herbert Frank - CC2.0

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 Viale Teocrito, 66 - Siracusa (SR)
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Il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa è tra i più importanti e prestigiosi musei archeologici d’Europa per la qualità e la quantità dei reperti in esso contenuti.
Il museo è intitolato al grande archeologo Paolo Orsi, che ne fu il direttore per oltre trent'anni e al quale si devono importantissime scoperte e ritrovamenti.
La costruzione è immersa in un parco verde d’interesse archeologico e storico per la presenza, ad esempio, della tomba del poeta tedesco Augusto von Platen. La struttura, a forma di margherita, è composta di tre settori disposti attorno ad un corpo centrale e si sviluppa in tre piani: il seminterrato destinato ad Auditorium, e i due piani superiori destinati agli spazi espositivi.
L’esposizione museale è articolata in diversi settori.
Nel settore A sono esposte rocce, faune e fossili dell’Era Quaternaria. Di particolare interesse sono i calchi di due elefantini nani e la ricca serie di manufatti che vanno dall’età Paleolitica e Neolitica a quella Storica.
Il settore B è dedicato alle colonie greche di Sicilia. L’esposizione custodisce vasi, bassorilievi, elementi architettonici di terracotta e pietra, e statue che facevano parte dei templi. Di notevole interesse è la statua del Kouros di Lentini risalente al V secolo a.C..
Il settore C è dedicato alle sub-colonie di Siracusa, quali Eloro, Akrai, Casmene e Camarina, e agli scavi eseguiti nei territori di Gela e Agrigento. Di notevole interesse sono la serie dei corredi, gli ex voto e le inconfondibili ceramiche attiche a figure nere e rosse.
Il settore D è stato contiene tutti i materiali che vanno dall’età Ellenistica a quella Romana. All’interno del percorso espositivo sono custodite statue, pezzi architettonici, forme ceramiche, prodotti dell’artigianato siracusano, provenienti dall’abitato e dalle necropoli, che documentano i vari aspetti della vita e della società di una grande città ellenistica del Mediterraneo. Particolare interesse rivestono: la Venere Anadiomene e la Venere Landolina; la serie di ritratti di età romana; l’esposizione delle urne cinerarie delle necropoli urbane di III-II sec. a.C. ; il sarcofago di Adelphia; e una ricca collezione di antiche monete del gabinetto numismatico.
Il settore F, noto come la sala della Rotonda di Adelfia, è interamente dedicato sarcofago di Adelfia e e ai ritrovamenti del catacombe di San Giovanni. All'interno dello spazio museale, con l’obiettivo di contestualizzare il più possibile il sarcofago nel luogo della sua scoperta, è stata realizzata una sala che intenzionalmente ricorda la forma subcircolare della Rotonda in cui fu rinvenuto e le suggestive atmosfere dell’antico cimitero sotterraneo. Fanno da corona all’esposizione una serie di testimonianze provenienti dallo stesso complesso catacombale di San Giovanni tra cui l’iscrizione di Euskia, scoperta da Orsi nel 1894, poco lontano dalla rotonda del sarcofago, il primo documento ad attestare, gia` agli inizi del V secolo d.C., l’esistenza di un culto a Lucia, protettrice di Siracusa.
Il sarcofago di Adelfia è un manufatto di estrema importanza in lastre di marmo bianco scolpite con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, ritrovato il 12 giugno 1872 da Francesco Saverio Cavallari, risalente probabilmente al IV secolo dopo Cristo. Un 'iscrizione sul coperchio indica il nome della nobile Adelfia e del marito Valerio, che, rimasto vedovo, volle una sepoltura degna per accogliere le spoglie della moglie.

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